Una vicenda drammatica risolta in modo clandestino, per un cortometraggio dai pochi dialoghi e dal ritmo moderato, quasi a farsi complice del piano escogitato.
A raccontarci qualcosa in più dei personaggi e dell’atmosfera complessiva è un montaggio “descrittivo”, che non si limita ad armonizzare le immagini col sonoro, ma da spazio a brevi sequenze, fotogrammi e melodie che portano allo spettatore informazioni aggiuntive.
Mani ferme sul volante e il coltellino aperto e chiuso nervosamente per il padre… statuetta della madonna e sigarette per la madre… orsacchiotto, disegni e matita per la figlia… una marcia funebre ritmata e il suono lamentoso della tromba.
Dietro l’imperturbabilità dei protagonisti scopriamo così pragmatismo, nervosismo, emotività e riflessione.
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